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TORINO - AVER CURA DI CHI CURA

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Il Foyer YWCA di Torino è lieto di ospitare questa interessante serie di incontri organizzata da Nodo Group:

AVER CURA DI CHI CURA

Dal 15 febbraio al 21 giugno del 2017, si è svolto presso la sede dell’Associazione Y.W.C.A-UCDG in via San Secondo 70 a Torino, un Gruppo Balint interprofessionale organizzato da Il Nodo Group e condotto dal Prof. Mario Perini (Medico, Psichiatra, Psicoanalista) e dal Dott. Alessandro Siciliano (Psicologo, Psicoterapeuta). Il gruppo si è riunito per 10 incontri serali, ogni 2 mercoledì.

Il 27 settembre è partita la seconda edizione, la terza è prevista per il periodo 21 febbraio-27 giugno. A titolo di riconoscenza del Nodo Group per la ospitalità, due dipendenti hanno già partecipato gratuitamente alla prima edizione, e questa offerta è mantenuta per le prossime edizioni. Se qualcun* fosse interessat* a partecipare a questa edizione, è sicuramente ancora possibile cominciare dal secondo incontro, l’11 ottobre.

In quanto da molti anni socia attiva de il Nodo Group e componente del gruppo Balint di Torino, ho voluto sostenere questo tipo di formazione, perché ne conosco il valore.

Laura Jarre

Per informazioni dettagliate cliccare qui. Scarica la locandina dell'evento.

 

I Gruppi Balint sono un metodo consolidato di formazione nato per i medici e ormai da tempo aperto ad altre figure professionali, compresi tecnici e amministrativi in tanti ambiti diversi, impegnate nella cura alle persone. Questo metodo ha lo scopo di aiutare a comprendere in profondità la natura e le vicissitudini della relazione di cura e a migliorare la comunicazione con le persone e il loro entourage, per ridurre i conflitti e lo stress professionale.
Nello specifico, il gruppo tenutosi a Torino ha visto la partecipazione di medici di medicina generale, medici psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, educatori, dirigenti di comunità e assistenti sociali.

L’ideatore di questo metodo, Michael Balint, nato a Budapest nel 1896, era figlio di un medico di famiglia e divenne poi medico egli stesso. Dopo avere completato il training psicoanalitico a Berlino e a Budapest, nel 1939 emigrò in Gran Bretagna e dopo la Seconda Guerra Mondiale entrò a far parte dei collaboratori della Tavistock Clinic di Londra. Qui iniziò, insieme con la moglie Enid, i seminari di formazione per “general practitioners” che ora portano il suo nome.
Oggi la formazione col metodo dei Gruppi Balint è diffusa in tutto il mondo e le esperienze svolte nei diversi Paesi hanno portato alla creazione di varie Associazioni Balint a livello nazionale (in Svizzera, Germania, Francia, Olanda, Inghilterra, USA, Italia, ecc.), per la maggior parte riunite nel network dell’International Balint Federation.
L’atmosfera dei Gruppi Balint, destinati oggi soprattutto alla manutenzione del ruolo curante nelle diverse professioni di aiuto, è centrata sull’ascolto, sulla valorizzazione delle emozioni come guida alla comprensione delle relazioni, su un clima di libertà di “dare-e-prendere”, dove ciascuno può portare un problema con l’obiettivo di poter apprendere dal gruppo. E’ un approccio che non si occupa di concetti astratti – considera anzi le discussioni teoriche come delle difese intellettualistiche che operano contro il compito del gruppo – e che deve evitare la tentazione di idealizzazioni. Il focus della discussione è sui sentimenti, sulle fantasie e sulle vicissitudini delle relazioni interpersonali, non sulle “questioni tecniche”; asse centrale è la risposta emozionale degli operatori nel contesto del lavoro.

Rispetto al modello originario, che prevedeva la partecipazione di figure provenienti dallo stesso ambiente lavorativo (medici di medicina generale), nei Gruppi Balint inter-professionali la relativa eterogeneità delle persone, delle discipline professionali, delle culture e dei linguaggi di lavoro è pregnante

per la sua aderenza ai modelli contemporanei di lavoro basati sull’équipe multidisciplinare e sulla rete dei servizi;

per la sua valenza di stimolo all’apprendimento e al confronto tra le diverse prospettive, come dimostrano le esperienze formative condotte in tutto il mondo nell’ambito del cosiddetto “modello Tavistock” delle relazioni di gruppo (Perini 2007).

In tempi in cui fare il medico o, in senso più lato, prendersi cura di persone che in qualche modo e per ragioni svariate soffrono, sta diventando un compito sempre più complicato, ansiogeno, misconosciuto e logorante, i Gruppi Balint possono contribuire a ridurre il carico emotivo della funzione curante, a prevenire il burnout e la disaffezione, ad aver cura di chi cura e a farlo sentire un po’ meno solo.